Minerva Ginecologica 2007 Aprile;59(2):175-81
Pellicano M., Catena U., Di Iorio P., Simonelli V., Sorrentino F., Stella N., Bonifacio M., Cirillo D., Nappi C.
Dipartimento di Ginecologia, Ostetricia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana Università degli Studi “Federico II”, Napoli, Italia
Nell’ultimo decennio si va sempre di più affermando la “fertiloscopia”, una nuova tecnica diagnostica mininvasiva che costituisce una buona alternativa alla laparoscopia diagnostica, procedura standard, ma sicuramente non innocua, capace molto spesso di rilevare patologie in pazienti asintomatiche. Essa consente la visualizzazione della pelvi posteriore (faccia posteriore dell’utero, ovaie, tube e anse intestinali con il retto), mediante l’introduzione, attraverso il fornice vaginale posteriore, di un’ottica previa anestesia generale o anestesia locale. Quando eseguita in anestesia locale, essa può essere effettuata comodamente in ambulatorio ed è generalmente ben tollerata dalle pazienti, le quali seguono tutta la procedura sul monitor. Inoltre, è possibile effettuare piccoli interventi come adesiolisi, ovarian drilling, coagulazione di spot endometriosici e praticare la cromosalpingoscopia e la salpingoscopia, indagini importanti nell’iter diagnostico dell’infertilità femminile inspiegata. Con la fertiloscopia, la paziente potrà dunque evitare un vero e proprio intervento chirurgico, quale la laparoscopia diagnostica e anche esami fastidiosi quali la isterosalpingografia.
lingua: Italiano