La vaccinazione contro il papilloma virus umano (HPV) è stata introdotta in Italia dal 2006 ed è entrata a far parte del calendario vaccinale degli adolescenti dagli 11 anni in sù. Purtroppo, all’inizio della campagna vaccinale, si è parlato solo di donne e di cervico carcinoma quando in realtà doveva essere inteso come un vaccino universale, indirizzato a entrambi i sessi, in quanto l’infezione si acquisisce al 99,9% dai rapporti sessuali, sia eterossessuali, sia omosessuali.
HPV: di che vaccino si tratta?
“Si tratta di un vaccino nonavalente che riesce a prevenire il 90% dei tumori dipendenti da HPV perché protegge dai 5 sierotipi capaci di indurre il cancro.
Protegge da:
- tumore del collo dell’utero;
- tumore di ano;
- tumori testa-collo, cioè della lingua e del cavo faringeo.
È importante sensibilizzare entrambi i sessi perché attualmente esistono circa 100 ceppi virali dell’HPV e di questi ceppi virali ben 13 sono cancerogeni”.
I dati dell’infezione da HPV
Secondo i dati dell’OMS, circa 400 milioni di persone risulta abbiano contratto un’infezione da herpes virus e circa 290 milioni di donne da virus dell’HPV.
Ci sono più di 100 tipi di papilloma virus e 2 di questi causano la gran parte dei condilomi genitali, ovvero la più frequente patologia sessualmente trasmessa. I tumori causati dall’HPV rappresentano il 56% di tutti i tumori causati da un agente infettivo: ogni anno, nel mondo, sono poco meno di 700mila.
Il carcinoma della cervice uterina è quello più conosciuto da questo punto di vista. Si tratta di un tumore presente in tutto il mondo: colpisce circa 600mila persone ogni anno, causando più di 300mila morti e rappresenta il 6,5% dei tumori femminili, che oggi sono poco più di 9 milioni.
In Italia, nella donna ogni anno si verificano circa 3.500 nuovi casi di carcinoma del collo dell’utero, correlati al virus dell’HPV.
Si guarisce dal papilloma virus?
Trattandosi di un virus intracellulare, come l’herpes virus anche l’HPV ha un ciclo di vita che lo porta a manifestarsi saltuariamente, portando a delle alterazioni sulla mucosa della cervice uterina.
In alcuni casi queste manifestazioni si autoestinguono, ovvero le nostre cellule sono in grado di riparare la lesione virale; in altri casi, invece, le cellule virano verso forme pre-oncologiche e poi oncologiche.
Il passaggio da un’alterazione cellulare a un tumore vero e proprio non è immediato, è qualcosa di graduale che può avvenire in 2 o 3 anni. Questo è anche il motivo per il quale viene eseguito lo screening del pap test, utile ad evidenziare le lesioni a livello della mucosa cervicale, mentre l’HPV test mette in evidenza la presenza o meno del virus.
I numeri della copertura vaccinale in Italia
In Italia il numero dei vaccinati è ancora basso. In particolar modo, durante la pandemia, si è passati da un 67% di vaccinati (età 11 anni) al 40%: una percentuale enorme di ragazzini adolescenti non è stata vaccinata.
Al contrario di quanto avviene, per esempio, in Australia dove, grazie al vaccino HPV, si è riusciti a debellare i casi di tumore da papilloma virus umano.
È stato provato che il vaccino dell’HPV non ha effetti collaterali, per questo motivo è fondamentale continuare a fare informazione anche nelle scuole.