L’isteroscopia è un esame endoscopico mininvasivo, che permette di indagare la cavità uterina dall’interno con l’intento di diagnosticare, escludere o risolvere alcune patologie ginecologiche. Può essere effettuata in ogni fase della vita di una donna, sia in età fertile che in menopausa. Tra le altre cose, è anche uno strumento durante il percorso di PMA, in quanto permette di studiare e di risolvere alcune patologie che possono ostacolare le tecniche di fecondazione assistita. L’isteroscopia avviene tramite l’isteroscopio, uno strumento che attraversa il canale cervicale e arriva all’interno della cavità uterina e permette di catturare immagini da allegare al referto.
Quando fare un’isteroscopia
Questo esame diagnostico è consigliato dal ginecologo per indagare su:
- sanguinamento uterino anomalo
- ciclo mestruale anomalo
- presenza di fibromi o polipi
- sospetti tumori dell’utero
- stato di salute dell’endometrio
- malformazioni congenite
- aborti spontanei frequenti
- infertilità femminile
Oltre a quella diagnostica, c’è anche l’isteroscopia operativa. In quest’ultimo caso, l’esame è effettuato per:
- biopsie mirate alla diagnosi di patologie come endometrite cronica, tumori o iperplasia dell’endometrio.
- rimuovere miomi sottomucosi o polipi endometriali.
- rimuovere residui post parto.
L’isteroscopia diagnostica può durare dai 5 ai 15 minuti, molto dipende dal motivo per cui si effettua. Invece quella operativa tra i 10 e i 60 minuti. L’esame diagnostico viene eseguito al massimo entro l’undicesimo giorno del ciclo mestruale e ovviamente in assenza di gravidanza. Nelle donne che sono in menopausa o che assumono contraccettivi si può fare in qualsiasi giorno. Non è necessaria una preparazione particolare da fare prima dell’isteroscopia, in caso contrario sarà lo stesso ginecologo ad informare la paziente tempestivamente.
L’isteroscopia è un esame doloroso?
L’isteroscopia diagnostica si effettua senza alcuna sedazione, salvo casi particolari. Diversamente è il caso dell’isteroscopia operativa, la quale richiede un’anestesia generale. In linea di massima non è un esame doloroso, ma può certamente risultare fastidioso provocando dolori pelvici simili ai dolori mestruali, a causa della reazione dell’utero alla dilatazione causata dalla soluzione fisiologica introdotta in cavità durante l’esame. Una volta terminato l’esame, la paziente resta qualche minuto sul lettino e appena si sente pronta, può rivestirsi e tornare a casa. È consigliabile portare con sé un assorbente perché al termine dell’esame possono verificarsi scarse perdite ematiche e un antidolorifico se i crampetti all’addome persistono anche al termine dell’indagine. Le perdite ematiche possono persistere per alcuni giorni. Nelle ore successive all’esame è di solito possibile tornare alle proprie attività abituali. In via preventiva, vengono prescritti antibiotici per via orale ed ovuli vaginali per la disinfezione, da assumere nei giorni successivi.