L’infertilità e/o ipofertilità maschile è definita come la riduzione della “capacità fecondante” dell’uomo ed è una condizione patologica che viene associata alla oligo-asteno-teratozoospermia, ovvero l’alterazione di uno o più parametri del seme. Con il termine di sterilità invece si identifica l’impossibilità assoluta al concepimento.
L’oligo-asteno-teratozoospermia è una condizione patologica che può presentare un’etiopatogenesi estremamente varia e deve essere considerata come un sintomo e non come una diagnosi, anche se spesso l’impossibilità di giungere ad una diagnosi clinica etiologica porta a tentativi terapeutici diretti ad intervenire positivamente su tale sintomo. L’infertilità maschile può avere le sue origini in patologie che colpiscono la gonade maschile a diversi livelli. Schematicamente possiamo distinguere:
1) patologie che agiscono sulla produzione degli spermatozoi (deficit ormonale di gonadotropine, patologie cromosomiche o delezioni geniche, cause tossiche/infettive, patologie traumatiche e ischemiche, varicocele o criptorchidismo);
2) patologie legate al trasporto degli spermatozoi nel tratto genitale maschile (patologie congenite come l’ostruzione bilaterale dei dotti deferenti nella fibrosi cistica o a patologie acquisite come nelle ostruzioni parziali o totali epididimo-deferenziali nelle flogosi);
3) patologie attive sulla funzione dello spermatozoo eiaculato (legate a cause immunologiche associate con la presenza di autoanticorpi antispermatozoo o ad alterazioni morfofunzionali del gamete.