Il mioma è una massa benigna, singola o multipla, di tessuto fibro-muscolare che può svilupparsi sulla superficie esterna o nello spessore dell’utero fino a raggiungere la cavità uterina quando è molto profonda. Le sue dimensioni possono essere anche notevoli.
La miomectomia, cioè l’asportazione di uno o più fibromi (miomectomia multipla) è l’intervento chirurgico più conservativo per la cura di questa malattia e si pone l’obiettivo di ridare l’integrità anatomica e funzionale all’utero. I miomi o fibromi (termini analoghi) crescono creando sulla loro superficie una capsula che li delimita molto bene dal tessuto circostante e ne consente anche spesso un’agevole asportazione. Poiché il grado di interessamento intramurale del mioma sottomucoso è il fattore limitante principale di questa tecnica ed è una condizione che comporta un aumento della difficoltà dell’intervento, dei rischi di complicanze e di un non soddisfacente risultato chirurgico, è stata universalmente adottata una classificazione in tre gradi.
I miomi di grado 0 aggettano completamente nella cavità endometriale e non presentano estensione intramurale. Per questo motivo sono i più facilmente aggredibili indipendentemente dalle dimensioni ed il trattamento ha la più alta percentuale di successo e la più bassa di complicanze. I miomi sottomucosi che revalentemente aggettano nella cavità endometriale ma hanno una estensione nella parete miometriale che comunque è inferiore al 50 % del volume del mioma stesso vengono definiti di grado 1. I miomi sottomucosi che aggettano per meno della metà del loro volume nella cavità endometriale e che hanno una estensione intramurale maggiore del 50 % vengono definiti di grado 2.
In ogni caso lo spessore del miometrio compreso tra margine esterno del mioma e superficie sierosa dell’utero dovrebbe essere non inferiore a 5 mm. Questo spessore, chiamato margine libero miometriale, viene misurato ecograficamente durante lo studio preoperatorio della paziente. L’aumento del grado di estensione intramurale aumenta la durata dell’intervento, le difficoltà tecniche, il rischio di rimozione incompleta del tessuto miomatoso, il rischio di intravasazione (passaggio nel compartimento intravascolare della paziente del mezzo liquido di distensione lavaggio della cavità uterina), il rischio di perforazione uterina e di emorragia.
In alcuni casi può essere necessaria la somministrazione preventiva di alcuni farmaci detti analoghi del GnRH che, riducendo volume e vascolarizzazione del mioma, ne rendono più agevole e sicura la rimozione.