ADESIOLISI PELVICA

L’adesiolisi è una procedura chirurgica di frequente pratica in ginecologia nel trattamento dell’infertilità e del dolore pelvico.
É noto infatti che aderenze periannessiali possono interferire meccanicamente con la fertilità della donna, ostruendo il tratto terminale della tuba o ricoprendo l’ovaio, impedendo così la deiscenza e/o la captazione dell’ovocita.                        

MALATTIA INFIAMMATORIA PELVICA (PID)

La laparoscopia è da considerare un valido strumento diagnostico nella malattia infiammatoria pelvica. La laparoscopia consente di eseguire prelievi endopelvici per la valutazione microbiologica e di classificare il grado della malattia (lieve, moderato, severo). Nei casi di PID severa è preferibile prescrivere terapia antibiotica endovenosa preoperatoria per evitare la diffusione della infezione durante le manovre chirurgiche. Oltre la visualizzazione degli organi pelvici è utile eseguire anche un’attenta ispezione degli organi addominali (fegato per valutare la presenza di aderenze tra la glissoniana e l’arcata costale, e l’appendice). Le aderenze possono essere lisate durante la mobilizzazione degli organi . In caso di raccolta ascessuale tubo-ovarica si procede a drenaggio o ad asportazione della stessa.

TRATTAMENTO DELL’ENDOMETRIOSI

L’endometriosi è una condizione caratterizzata dalla disseminazione e dalla crescita di tessuto endometriale in sedi ectopiche. L’endometrio ectopico va incontro alle stesse modificazioni dell’endometrio normale, in quanto risponde alla ciclica stimolazione degli ormoni gonadici.

Si distinguono due tipi di endometriosi:

Endometriosi interna (o adenomiosi): quando l’endometrio ectopico è contenuto nello spessore del miometrio;

Endometriosi esterna: quando il tessuto endometriale ectopico si sviluppa nella pelvi o al di fuori di essa.

La notevole variabilità nella localizzazione dei focolai endometriosici e nel grado di attività (e quindi di gravità) delle lesioni, spiega l’estrema eterogeneità dei quadri clinici. Il trattamento dell’endometriosi dipende dal sintomo principale e dallo stadio della malattia. Nelle donne il cui unico o prevalente sintomo sia costituito dalla sterilità, l’approccio chirurgico iniziale è la terapia d’elezione; in caso di algie pelviche in donne non più desiderose di prole è giustificato invece un approccio preliminare con terapie mediche (agonisti del GnRH, danazolo, progestinici, estroprogestinici) e, solo in un secondo momento, un approccio chirurgico.

La laparoscopia riveste un ruolo cruciale nella diagnosi e nella terapia dell’endometriosi: essa permette infatti non solo la conferma diagnostica di endometriosi e la sua stadiazione, ma anche la contemporanea effettuazione di numerose procedure di chirurgia per lo più conservativa, il cui scopo principale è la rimozione, possibilmente completa, di aderenze e di impianti endometriosici, nel rispetto dell’integrità anatomo-funzionale della pelvi.

Gli interventi comprendono: l’adesiolisi; la asportazione, vaporizzazione o coagulazione di piccoli impianti endometriosici, ovarici e peritoneali; l’escissione e la vaporizzazione di endometriomi; l’ablazione segmentaria dei legamenti utero-sacrali; la asportazione di noduli vescicali o del tratto intestinale, fino alla resezione intestinale.

LINFOADENECTOMIA PELVICA E PARAORTICA

L’evoluzione delle tecniche chirurgiche laparoscopiche ha consentito di porre la laparoscopia come valida alternativa alla chirurgia a cielo aperto per la stadiazione e il trattamento degli stadi iniziali di alcune neoplasie ginecologiche, sfruttando la visualizzazione ingrandita della pelvi e della cavità peritoneale, il facile accesso a regioni quali lo sfondato del Douglas e l’area sottodiaframmatica. E’ possibile effettuare biopsie multiple addomino-pelviche, aspirazione di liquido o washing peritoneale per esame citologico, fino alla linfoadenectomia pelvica e paraortica.