Dalla Società italiana di Riproduzione Umana arrivano le nuove linee guide per migliorare la fertilità anche a tavola
La fertilità dipende anche da ciò che mangiamo. Lo ribadisce la Società italiana di Riproduzione Umana (SIRU) nell’ebook “Pillole di nutrizione per la Fertilità”, in cui gli esperti raccontano i principali alimenti attraverso proprietà e caratteristiche più o meno note. Il punto di partenza è controllare l’equilibrio ormonale a tavola.
Dieta e stili di vita corretti
«Sebbene sia ormai noto, grazie a una vasta ricerca scientifica, che stili di vita corretti e una dieta salutare possano portare importanti benefici alla nostra salute, a partire da quella riproduttiva, pochi hanno una ‘consapevolezza alimentare’ tale da riuscire a costruire piatti sani, che favoriscano il nostro benessere», spiega la Dottoressa Veronica Corsetti, ricercatore CNR, nutrizionista e coordinatrice del Gis Di Biologia della Nutrizione della Società scientifica che ha messo a punto l’ebook.
Un’alimentazione per la singola persona
«È importante ricordare che non esiste un’unica ‘alimentazione salutare’ adatta a tutti, ma che questa va costruita sulla singola persona, prendendo in considerazione le sue caratteristiche in relazione alle proprietà nutritive dei singoli alimenti. Questo piccolo manuale si rivolge agli esperti con l’obiettivo di orientare gli operatori del mondo della riproduzione nella “cura” della coppia che vuole concepire nelle migliori condizioni possibili, ma anche essere un utile strumento informativo fruibile a tutti», prosegue l’esperta.
Stop ai falsi miti a tavola
Tanti i falsi miti sfatati all’interno del libro, come per esempio «l’erronea credenza secondo cui non si devono consumare più di due uova a settimana. In realtà recenti studi hanno dimostrato che il colesterolo assunto direttamente dagli alimenti, e in particolare dalle uova, non influenza in modo significativo i livelli di colesterolo nel sangue», sottolinea la Dottoressa Corsetti.
Sì ai formaggi vegetali
Occhio poi ai tanti “nuovi” prodotti disponibili grazie ai progressi dell’industria alimentare. Come per esempio i “formaggi vegetali”, “su cui c’è ancora molta confusione, che sono in realtà una buona fonte di acidi grassi polinsaturi, dei preziosi Omega 3, e contengono un alto contenuto proteico, perché ottenuti da legumi, cereali, semi di canapa e frutta secca, che hanno un effetto protettivo, antinfiammatorio e migliorano la qualità gametica dell’uomo e della donna», aggiunge la nutrizionista.
Occhio alla provenienza
La provenienza degli alimenti è un fattore ancora troppo spesso sottovalutato. «Meglio preferire prodotti biologici. In questo modo, non solo compiremo un atto concreto verso la sostenibilità e la resilienza ambientale ma avremo importanti vantaggi in termini nutrizionali e sanitari. Gli alimenti bio, privi di pesticidi e più ricchi di sostanze fitochimiche, oltre ad essere più salutari, possono anche controbilanciare gli effetti negativi dell’inquinamento interagendo con i contaminanti attraverso diversi meccanismi, riducendone le concentrazioni tissutali e/o favorendone l’eliminazione», evidenzia il Dottor Luigi Montano, UroAndrologo ospedaliero e Presidente SIRU.