Tanti tentativi inutili, mentre il tempo passa e l’ansia cresce. Che fare di fronte all’infertilità di coppia? Partire subito con gli esami giusti per lei e per lui, per capire come e se intervenire. Ricordando però che la strada più efficace è la prevenzione.
Si desidera una gravidanza, e nella speranza di aumentare le chance di restare incinta, si calcola il periodo di massima fertilità del ciclo per concentrare i rapporti sessuali in quei giorni. Contando ovviamente anche su un pizzico di fortuna. Il primo mese sembra più che altro un gioco e può essere divertente. Ma se i tentativi si ripetono andando a vuoto il rischio è che la passione scemi sostituita dall’ansia da prestazione. Una specie di cortocircuito.
Stress e infertilità
«Non è raro, purtroppo» osserva Paolo Levi Setti, direttore del centro di fertilità dell’ospedale Humanitas di Milano. «A causa dello stress cala non solo il desiderio sessuale ma anche il grado di eccitazione, abbassando le probabilità di concepimento. Se il piacere è elevato, infatti, la pressione di uscita dello sperma è maggiore e le contrazioni più profonde dell’utero aiutano meglio gli spermatozoi a risalire le tube per la fecondazione». L’ossessione per i giorni ideali toglie il piacere della spontaneità: «Il consiglio è di provarci sempre, almeno 2-3 volte la settimana, perché dalla fine della mestruazione non esiste un giorno in cui la donna non sia fertile».
A mettere i bastoni tra le ruote è anche il tempo. Tra un tentativo fallito e l’altro si tende ogni volta a rimandare, fiduciosi di riuscirci prima o poi. Non facendo però i conti con l’orologio biologico che intanto avanza inesorabile. «Più l’età cresce e più si riducono le probabilità di avere un figlio. Il picco di fertilità di una donna», ricorda Levi Setti, «è intorno ai 25 anni, mentre dopo i 35 le probabilità di gravidanza diminuiscono progressivamente: gli ovociti calano di numero e perdono di qualità. Così anche nell’uomo, superati i 50 anni, peggiora l’efficienza degli spermatozoi. Una coppia che cerca un figlio, quindi, più aspetta e più farà fatica a concepire».
Infertilità nel 15% delle coppie italiane
In Italia l’età media della madre al primo figlio è 32 anni, due in più di 20 anni fa, e l’infertilità riguarda il 15 per cento delle coppie, il 10/12 nel resto del mondo, circa 186 milioni di persone. Ma quand’è che bisogna iniziare a preoccuparsi? «Se dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti una donna non resta incinta. Oppure dopo sei mesi se lei è over 35» continua il medico.
Scaduto il tempo di prova cosa si fa? Dal momento che l’infertilità non è una questione esclusivamente femminile, ma può dipendere anche da fattori maschili o unicamente da questi, entrambi i partner dovranno rivolgersi allo specialista (ginecologo e andrologo) per indagare i motivi del mancato concepimento. L’infertilità, si badi, è sempre una spia dello stato di salute della persona. Può essere transitoria se legata a problemi risolvibili. Irreversibile se c’è una patologia sottostante (magari trascurata) che ha già compromesso la capacità riproduttiva. «Prima si interviene e maggiori sono le possibilità di guarire e di fare un figlio naturalmente» sottolinea Levi Setti.
Infertilità: gli esami che spettano a lei
Per valutare lo stato di fertilità è indispensabile eseguire una visita ginecologica, che può essere prenotata in regime pubblico (pagando un ticket) tramite l’impegnativa del medico di famiglia. «È preferibile contattare un centro di fertilità, struttura di riferimento per questo tipo di diagnosi (che si occupa anche dei trattamenti di procreazione medicalmente assistita, ndr )» suggerisce Valeria Savasi, responsabile del centro di riproduzione assistita dell’ospedale Sacco di Milano e vicepresidente della società italiana di fertilità e sterilità.
«Dopo l’anamnesi», continua, «si prescrivono gli esami per il dosaggio di alcuni ormoni, in particolare FSH, LH, estradiolo, prolattina e progesterone, e delle indagini strumentali: l’ecografia transvaginale tridimensionale, per verificare la presenza di lesioni nell’utero e di sue malformazioni, l’isterosonografia per capire se le tube sono libere da occlusioni e permettono il passaggio degli spermatozoi, e i tamponi vaginali per ricercare i germi responsabili di eventuali infezioni. In base all’esito, si possono richiedere altri esami di approfondimento, come l’isteroscopia per valutare la presenza di fibromi e la laparoscopia per completare una diagnosi di endometriosi». Le principali patologie che si possono riscontrare e che impattano sulla fertilità, riporta l’esperta, «sono le infezioni sessualmente trasmesse, l’endometriosi, la presenza di polipi nella cavità uterina, la sindrome dell’ovaio policistico, le alterazioni ormonali, dovute a ipo o ipertiroidismo e prolattina alta, e le malformazioni congenite dell’utero».
Infertilità: quando invece tocca a lui
Alla prima visita l’andrologo prescrive al partner «un esame del liquido seminale, che serve ad analizzare numero, forma e motilità degli spermatozoi, e una spermiocoltura, per rilevare la presenza di eventuali microrganismi patogeni nello sperma che causano infiammazioni delle vie seminali» spiega Andrea Garolla, professore di endocrinologia all’università di Padova e coordinatore della commissione scientifica della società italiana di andrologia e medicina della sessualità. «In caso di valori alterati, seguiranno esami di secondo livello per indagare la patologia di cui si sospetta, quali test ormonali, test genetici e degli anticorpi antispermatozoo, ecografia della prostata e dei testicoli». L’errore più frequente, evidenzia Garolla, «è fare la diagnosi di infertilità affidandosi solo all’esame del liquido seminale: l’alterazione dello sperma può essere momentanea, causata da infezioni, febbre, uso di antibiotici e anestesie, o dipendere da condizioni curabili, come varicocele, prostatiti, uretriti, scompensi ormonali e infezioni contratte con rapporti non protetti».
Lo spermiogramma (l’esame dello sperma) andrebbe pertanto ripetuto due volte a distanza di tre mesi. In presenza di fattori di rischio (una storia pregressa di infezioni, varicocele, prostatiti, terapia oncologica e pubertà precoce o ritardata, obesità, fumo, abuso di alcol e droghe, età avanzata), il consiglio del professore è di rivolgersi subito all’andrologo quando si decide di avere un bambino per evitare uno stress inutile alla coppia e trovare una soluzione prima che sia tardi. «La prevenzione fin da giovani sarebbe comunque la cura migliore» avvisa Garolla. «Si raccomanda il vaccino contro il papilloma virus a 11 anni compiuti, il primo controllo andrologico a 14 anni e il secondo sotto i 20, alla fine dello sviluppo puberale, per intercettare i rischi per la salute riproduttiva».
Che cosa passa il Servizio sanitario
La coppia ha diritto a una serie di prestazioni gratuite (in esenzione da ticket) prima di provare a concepire un bambino per prevenire complicanze durante la gravidanza. Per la donna è prevista una visita ginecologica, un test per gli anticorpi contro i globuli rossi (test di Coombs indiretto), uno per accertare l’immunità dalla rosolia, l’emocromo per escludere l’anemia e un pap test. Per l’uomo, solo se la partner è portatrice di anemia mediterranea, un emocromo e un test per ricercare le emoglobine anomale.
Per entrambi: test Hiv, per la sifilide, per il gruppo sanguigno e il fattore Rh (positivo o negativo). Se ci sono aborti pregressi e una storia familiare di malattie ereditarie il ginecologo (o il genetista) può prescrivere alla coppia una visita specialistica di genetica medica.
I 10 punti da ricordare
Fattori di rischio ed errori da evitare secondo gli esperti
1. La ricerca ossessiva del periodo ideale per concepire stressa la coppia e mette a rischio il concepimento.
2. Se non arriva un figlio dopo un anno non aspettare ancora ma rivolgersi al medico.
3. La diagnosi di infertilità nell’uomo non può basarsi sull’esito di un solo esame del liquido seminale (spermiogramma).
4. L’assunzione di testosterone quando si cerca un figlio può ridurre o bloccare la produzione di spermatozoi.
5. Non prendere antibiotici se non si è sicuri di avere un’infezione batterica.
6. Gli esami di routine dell’infertilità non comprendono l’analisi cromosomica, il test di trombofilia e quelli immunologici.
7. Molte condizioni di infertilità possono essere risolte senza ricorrere alle tecniche di procreazione assistita.
8. Il preservativo protegge i partner dalla trasmissione di malattie infettive che hanno importanti ripercussioni sulla salute sessuale e riproduttiva.
9. Evitare l’uso della spirale in giovane età, prima della gravidanza.
10. Obesità, sottopeso, fumo, abuso di alcol e droghe sono fattori di rischio dell’infertilità.