Come si calcolano i giorni fertili? Quali sono i segnali che permettono di individuare l’ovulazione? E come comportarsi in caso di cicli irregolari?
Quando si cerca una gravidanza, si sa, per aumentare le probabilità di riuscita, la prima regola da seguire è quella di individuare il famigerato periodo fertile. Con questo termine si indica infatti quel lasso di tempo all’interno del ciclo mestruale, in cui si verifica l’ovulazione e in cui, quindi, avendo rapporti sessuali, le probabilità di concepimento sono più alte.
Come individuare dunque il periodo giusto? Se in caso di ciclo regolare ci si può affidare a un calcolo teorico abbastanza attendibile, bisogna anche considerare che molte donne fanno i conti con cicli irregolari o condizioni ginecologiche che possono interferire con i meccanismi dell’ovulazione e avere quindi un impatto sulla fertilità.
Come si calcola il perdo fertile?
«I giorni fertili in realtà sono facilmente calcolabili a posteriori perché, dal giorno dell’avvenuta mestruazione, per sapere quando c’è stata l’ovulazione, si può calcolare a ritroso 14 giorni. In linea di massima, quindi, per riuscire a individuare i giorni dell’ovulazione, bisogna tener conto della lunghezza media del ciclo mestruale».
Quanto dura il periodo fertile?
Non bisogna però dimenticare che sono da ritenere fertili anche i giorni che precedono l’ovulazione.
«Il periodo fertile peri-ovulatorio dura circa 48/72 ore, ovvero 2 o 3 giorni. Se l’obiettivo è il concepimento, bisogna tenere conto che gli spermatozoi possono rimanere nella cervice uterina e impiegare anche 24 o 48 ore per raggiungere l’ovulo. Per questo, quando si cerca una gravidanza, il consiglio è quello di avere rapporti anche nei giorni che precedono l’ovulazione».
Cicili irregolari e periodo fertile
Individuare il periodo fertile può essere però più difficile quando si hanno cicli irregolari. In quel caso infatti non è possibile affidarsi al calcolo dei giorni mentre potrebbe essere importante saper cogliere quelli che sono i segnali fisici caratteristici che accompagnano l’ovulazione.
«Di solito le donne sono abbastanza brave a riconoscere i segnali del proprio corpo. Il segno più comune dell’ovulazione è la presenza di muco fluido e filante, simile all’albume dell’uovo: si tratta di perdite trasparenti visibili sulla biancheria o quando si va in bagno. Tra i segnali può esserci anche un aumento del desiderio sessuale: durante l’ovulazione infatti si verifica una piccola dilatazione della cervice che può comportare un aumento della voglia di avere rapporti sessuali. Possono essere segno di avvenuta ovulazione, anche un leggero mal di pancia e mal di schiena. O una leggera tensione addominale. In qualche caso, non rarissimo, ci può essere anche una piccola perdita di sangue».
Cicli anovulatori: cosa fare
Può capitare però anche che in un ciclo mestruale non si verifichi l’ovulazione. Una donna può accorgersi della mancata ovulazione?
«In realtà no, una donna non si accorge di aver avuto un ciclo anovulatorio. Spesso non dà segni e sintomi particolari. È possibile infatti avere un ciclo puntuale ma non aver ovulato».
Le cause alla base del ciclo anovulatorio sono diverse: può trattarsi di cause croniche, legate a condizioni quali la sindrome dell’ovaio policistico, disturbi ormonali o ancora problemi alla tiroide. Mentre cause fisiologiche sono quelle che si possono verificare in determinati periodi, come l’adolescenza e la menopausa. Ma non solo, può trattarsi anche semplicemente di una situazione occasionale.
«Un singolo ciclo anovulatorio è assolutamente normale. Possiamo dire che su 12 mestruazioni all’anno in una donna fertile, uno o due cicli anovulatori sono da mettere in conto».
Come individuare l’ovulazione
In caso di cicli irregolari o di condizioni come l’ovaio policistico, dunque, per monitorare l’ovulazione a quali strumenti ci si può affidare?
«Una donna adeguatamente informata nella ricerca dei propri segnali riesce a individuare la presenza di un’ovulazione. I segni che prima abbiamo indicato sono attendibili anche nel caso di condizioni come l’ovaio policistico. Se poi si cerca una gravidanza e si vuole individuare con precisione i giorni dell’ovulazione, gli stick possono essere d’aiuto per poter avere rapporti sessuali mirati».
Lo scopo degli stick è infatti quello di individuare nelle urine quelle modificazioni ormonali tipiche dell’ovulazione, in particolare la concentrazione del cosiddetto ormone luteinizzante (LH), prodotto dall’ipofisi, che aumenta sensibilmente 24-48 ore prima dell’ovulazione.
Attenzione agli sbalzi di peso
Esistono altri fattori che possono ritardare o far saltare l’ovulazione?
«Come abbiamo detto, può capitare in presenza di condizioni come l’ovaio policistico – conclude il Dr. Pellicano – ma non solo. Anche gli sbalzi di peso, quindi un aumento o una diminuzione del peso corporeo, possono influire sull’ovulazione. Pazienti in importante sovrappeso o in forte sottopeso possono avere cicli anovulatori e di conseguenza cicli irregolari. Lo stesso vale per donne che fanno un’attività fisica molto intensa, come ad esempio, una maratoneta o una ballerina. Questo non vale infatti per qualsiasi sport: è l’attività fisica troppo intensa, associata a una scarsa massa grassa, che può interferire con l’ovulazione».
E lo stress?
Spesso, anche lo stress viene indicato tra i maggiori indiziati quando si parla di fertilità e concepimento. Come stanno davvero le cose? Lo stress può influire sull’ovulazione?